Quali documenti per richiedere un prestito?
Aggiornato il 06/07/2020
Il ricordo delle famiglie italiane al mercato del credito ha portato le erogazioni dei prestiti verso numeri sempre più positivi. Capita infatti sempre più spesso che si ricorra a un finanziamento per acquistare un’auto, un elettrodomestico, un complemento di arredo o semplicemente, che si debba affrontare una spesa per cui non si disponga della necessaria liquidità o non si desideri dare fondo ai propri risparmi.
Per ottenere un prestito bisogna possedere alcuni requisiti fondamentali: il riferimento va soprattutto all’età, solitamente compresa tra i 18 e i 75 anni e alla cosiddetta capacità di rimborso, vale a dire che il cliente abbia tutte le carte in regola per poter saldare ogni singola rata. In quest’ultimo caso è importante per la banca valutare il rapporto rata/reddito, nel quale la quota mensile non deve essere superiore ad 1/3 del reddito netto dei richiedenti.
La richiesta di un prestito necessita di una serie di documenti, utilizzati sia per identificare il cliente che per attestare la sua condizione lavorativa e reddituale. In particolare le norme antiriciclaggio impongono, per tutte le tipologie di finanziamento domandato, la consegna della documentazione fiscale. I cittadini italiani devono quindi presentare la carta d'identità o la patente di guida (entrambi validi per il periodo in corso) e il codice fiscale, mentre i cittadini UE ed extracomunitari devono anche abbinare rispettivamente il certificato di residenza e il documento di soggiorno.
Per quanto riguarda gli attestati riguardanti la condizione lavorativa, bisogna distinguere tra lavoratori dipendenti, pensionati e autonomi. I dipendenti devono allegare l’ultima busta paga (a volte sono richieste le ultime due) ed eventualmente il CUD, mentre per gli ex lavoratori a riposo è richiesto l’ultimo cedolino o il modello Obis M. I liberi professionisti invece devono esibire l’ultima dichiarazione dei redditi (730 oppure Modello Unico) e il modulo F24 attestante i pagamenti, nonché il certificato di attribuzione della partita IVA e la visura camerale (non più vecchia di 3 mesi). La visura camerale è un documento ufficiale che viene rilasciato dalle Camere di Commercio e contiene tutte le informazioni principali relative all’attività del cliente, ovvero i dati anagrafici, data di costituzione, eventuali licenze di cui si è in possesso o iscrizioni ad un albo. I tempi tecnici per ottenerla possono variare (fino a un mese) e impongono una tassa di segreteria compresa tra i 3 e i 7 euro.
La documentazione può variare anche in base alla tipologia di prestito, per cui sarà necessario presentare ulteriori documenti. Per i prestiti finalizzati, utilizzati per l’acquisto di uno specifico bene o servizio, andrà presentato – oltre a quanto già citato sopra – un preventivo della spesa da sostenere, o una documentazione che attesti la finalità per cui verrà spesa la somma domandata.
Diversa la certificazione per la cessione del quinto; cambia infatti a seconda che questo venga domandato da un dipendente a tempo indeterminato o, appunto, da un titolare di pensione Inps o Inpdap. Il finanziamento permette di estinguere il debito attraverso la trattenuta mensile delle rate direttamente dallo stipendio e per una quota fino al 20% dello stesso. Per questo prestito è importante essere in possesso della dichiarazione di quota cedibile (per i lavoratori a riposo, rilasciato dall’istituto di previdenza sociale) e il certificato di stipendio, quest’ultimo consegnato dal datore di lavoro e che riporta la data di assunzione, la retribuzione lorda e netta, il TFR maturato, le eventuali trattenute o pignoramenti già presenti sul salario.
Ricordiamo che la ricerca del miglior prestito passa da PrestitiOnline.it, il portale che permette di comparare i finanziamenti più convenienti che si trovano attualmente sul mercato. La domanda di un cliente tipo – 40enne di Milano, finalità di acquisto auto, 10.000 euro in 84 mesi – vede come migliore proposta quella di Fiditalia, che applica una rata di 145,61 euro mensili al Tan fisso del 5.90% (Taeg 6,17%). Il costo dell’istruttoria è pari a zero, mentre le spese iniziali sono di 16 euro.