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Prestiti più brevi per ristrutturazione e arredamento

Negli ultimi anni le caratteristiche dei prestiti destinati a ristrutturare e arredare casa sono cambiate: l'Osservatorio di PrestitiOnline.it ha rilevato una maggiore richiesta dal nord e una diminuzione delle durate più brevi. Scopriamo di più a riguardo.

Pubblicato il 13/11/2013

Aggiornato il 07/07/2020

Prestiti più brevi per ristrutturazione e arredamento

Nel giro di pochi anni le caratteristiche dei prestiti concessi agli italiani hanno subito non pochi cambiamenti: da una parte la crisi economica ha fatto la sua parte, inducendo gli istituti bancari a ridurre il numero delle erogazioni e, di conseguenza, portando i clienti a rimodulare le proprie richieste, soprattutto per quanto riguarda l’ammontare del prestito richiesto e la durata del finanziamento.

Dall’altra parte, però, negli ultimi anni si sono presentate alcune opportunità fiscali che hanno incentivato gli italiani ad intraprendere lavori di ristrutturazione per la propria casa e ad affrontare spese per l’arredamento: stiamo parlando del bonus Irpef che dal 2012 è stato elevato dal 36 al 50% fino alla fine del 2013, al quale, a partire dallo scorso giugno, si è aggiunto anche una detrazione fiscale di pari entità per gli acquisti di elettrodomestici e mobili.

Proprio sui prestiti con finalità di ristrutturazione e arredamento, l’Osservatorio di PrestitiOnline.it ha effettuato un’analisi per scoprire quali sono stati i cambiamenti più rilevanti avvenuti tra il 2010 e l’anno in corso. Dal confronto temporale emerge un cambiamento netto su entrambe le finalità per quanto le tempistiche di rimborso del prestito da parte del cliente: se per i prestiti di ristrutturazione la durata di 120 mesi nel 2010 rappresentava il 30,61% sul totale dei prestiti concessi e nei primi dieci mesi del 2013 è scesa al 18,25%, per i prestiti dedicati all’arredamento tale durata è praticamente scomparsa, mentre due anni prima la quota sul totale era dell’11,76%. Il prestito di 48 mesi è così diventato quello più gettonato sia sulla ristrutturazione, sia per l’acquisto di mobili (nel 2013 rappresenta rispettivamente il 20,89% e 25,68%). Da notare anche che tra chi acquista mobili sta prendendo sempre più piede anche il prestito più breve, cioè quello di 18 mesi: rispetto al 2010 questa durata è passata da 4,26% a 7,47%.

Alcune sorprese emergono anche sugli importi dei prestiti erogati su PrestitiOnline.it. Anche se rimangono una quota minore sul totale dei finanziamenti concessi, i prestiti con importo inferiore ai 2.500 euro hanno avuto un trend in crescita e nel giro di tre anni sono saliti dallo 0,5% all’1,7% per le ristrutturazioni, e dall’1,6% al 7,5% per l’arredamento. Per contro, su entrambe le finalità si contraggono gli importi sopra i 25.000 euro che, nel caso dell’arredamento, ricoprono una quota sempre più marginale (2,18% nel periodo gennaio-ottobre del 2013). Questi dati sulle classi d’importo rilevate dall’Osservatorio di PrestitiOnline.it trovano riscontro anche sull’analisi dell’importo medio, il quale è sceso da 16.266 euro del 2010 all’odierno 14.321 euro per le ristrutturazioni, mentre per la finalità arredamento è passato da 10.728 euro a 9.173 euro.

Sui prestiti per ristrutturazione si denota anche un graduale spostamento a livello geografico degli erogati, in particolare da sud a nord: anche se le regioni meridionali e le isole rimangono i maggiori beneficiari di questa tipologia di finanziamento, la loro quota è scesa dai 52,9% al 47,9% sul totale, mentre le regioni del nord sono salite complessivamente dal 26,3% al 31%. Per quanto riguarda le province, invece, è quella di Torino ad aver guadagnato posizioni nella top ten degli erogati, passando dal settimo posto del 2010 al quinto del 2013 (con una quota attuale del 3,69% sul totale nazionale) alle spalle di Roma (a cui vanno il 10,82% dei finanziamenti per ristrutturazione erogati), Napoli, Milano e Catania. Salgono nei primi dieci mesi del 2013 le province di Roma e Napoli per quanto riguarda i prestiti di arredamento: assieme costituiscono quasi un quinto (più precisamente il 18,81%) degli erogati.

A cura della Redazione

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