Prestiti e tassi in calo: le finalità più scelte dagli italiani
Secondo l'Osservatorio Segugio Prestiti, gli italiani chiedono prestiti principalmente per liquidità, acquisto auto usata e consolidamento debiti. A ottobre, il TAEG medio scende all'8,66%. La finalità consolidamento ha la richiesta di importi più elevati.
Liquidità, auto usata e consolidamento. Sono le tre finalità principali per le quali si finanziano gli italiani, secondo quanto emerge dall’Osservatorio di Segugio Prestiti. Le voci sul podio sono rimaste costanti nel tempo, anche se sono mutati i pesi.
Prosegue la discesa dei tassi medi
Dopo il taglio dei tassi ufficiali, deciso dalla Bce a metà ottobre, le condizioni di mercato hanno continuato a migliorare, anche se il trend ribassista ha perso via via vigore, con il mercato che ora attende di capire se l’allentamento monetario troverà conferma anche nel prossimo meeting dell’Eurotower, in programma il 12 dicembre.
Sta di fatto che a ottobre il TAEG medio dei prestiti personali si è attestato all’8,66%, vale a dire otto punti base in meno rispetto a settembre, mentre per le cessioni del quinto si va dal 5,29% applicato ai dipendenti pubblici al 7,92% dei privati, con il 6,92% intermedio applicato ai pensionati. Se invece si guarda alle migliori condizioni di mercato, i segnali sono di sostanziale stabilizzazione per i prestiti personali (7,22%), con un leggero rimbalzo per le cessioni del quinto (dal 4,71% dei pubblici al 6,07% dei pensionati).
Chi sale e chi scende tra le finalità
Nel momento in cui chiedono un prestito, gli italiani lo fanno in primo luogo con finalità di liquidità, categoria che consente di non indicare la destinazione delle somme ricevute. Questa modalità ha perso un po’ di peso tra settembre e ottobre, ma resta al vertice con il 29,5% delle richieste totali.
All’opposto cresce la seconda voce in graduatoria, l’acquisto di un’auto usata, che arriva al 20,9% del mix. A chiudere il podio è il consolidamento (delle esposizioni preesistenti), che arriva al 18,4%.
Quindi è la volta della ristrutturazione casa, che resta sostanzialmente stabile all’11,3%. Un dato, quest’ultimo, abbastanza sorprendente, che sta a evidenziare come non vi sia una corsa a finanziarsi per realizzare i lavori prima della scadenza degli incentivi.
Dall’inizio del 2025, infatti, il bonus ristrutturazioni al 50% resterà in vigore solo per la prima casa (quella destinata ad abitazione), mentre per gli altri immobili scenderà al 36%. Il massimale di spesa agevolabile rimarrà a 96 mila euro per la prima, mentre verrà dimezzato a 48 mila negli altri casi. Non solo: per le seconde case si scenderà al 30% a partire dal 2028.
Mentre è stato confermato per il 2025 il bonus mobili, che consiste in una detrazione del 50%, spalmata in dieci anni, relativamente alle spese sostenute in occasione dei lavori di ristrutturazione. Proprio l’arredamento si piazza al quinto posto tra le finalità per le quali gli italiani si finanziano, con il 7,2% delle richieste totali. Seguono le spese mediche con il 4,6%, mentre l’auto nuova o a km zero assorbe il 3,7% delle richieste complessive.
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Importi più elevati per il consolidamento
Secondo i dati di Segugio.it, la finalità consolidamento è quella che comporta la richiesta di importo più elevato, ben 19.600 euro in media, un dato che a ottobre risulta di mille euro più alto rispetto al terzo trimestre. Questo primato non sorprende, dato che si tratta di accorpare prestiti preesistenti, aggiungendone uno nuovo.
Al secondo posto c’è l’acquisto di un’automobile nuova o usata e al terzo la ristrutturazione casa, in forte crescita rispetto al terzo trimestre: da 13.300 a 14.800 euro. La crescita delle voci più gettonate incide sull’andamento medio delle richieste (globali) di finanziamento, che a ottobre raggiunge 11.800 euro, ben 900 euro in più rispetto al terzo trimestre.
Di conseguenza, il consolidamento è anche la finalità con i piani di rientro più lunghi (7 anni e 3 mesi di media). Se invece si guarda alla totalità dei finanziamenti richiesti, la media è di 5 anni e 4 mesi, in leggera crescita rispetto al terzo trimestre, ma senza strappi nel medio periodo.
Gli autonomi restano una minoranza
A guardare la tipologia lavorativa dei richiedenti, la maggioranza fa sempre capo ai dipendenti a tempo indeterminato (sono tre-quarti del totale), mentre gli autonomi non vanno al di là di uno su dieci.
A livello regionale le richieste più elevate arrivano dalla Sardegna, con una media di 12.235 euro, a seguire Lombardia e Basilicata. In coda il Molise con 10.310 euro.
Infine, quanto alla cessione del quinto, metà delle richieste arriva da dipendenti privati, un terzo da dipendenti pubblici e poco meno di un quinto da pensionati.