Alla scoperta della piattaforma che può sbloccare il Superbonus
Probabilmente occorrerà attendere ancora qualche giorno, ma lo schema appare definito. Il Governo ha messo a punto una piattaforma per sbloccare il funzionamento del Superbonus, da tempo impantanato tra normative in continua evoluzione e la difficoltà delle banche di gestire le cessioni.

Secondo le aspettative del legislatore, questo è il meccanismo che sbloccherà il funzionamento del Superbonus, da tempo impantanato tra normative in continua evoluzione e la difficoltà delle banche di gestire le cessioni dei crediti a fronte del boom di richieste arrivate. Stiamo parlando della banca dei crediti, per la quale si cercano i soggetti interessati alla gestione.
In cosa consiste la banca dei crediti relativi ai bonus edilizi
Andiamo con ordine e iniziamo dal contesto, fatto di piccole imprese edili e famiglie che non riescono a cedere i crediti generati dai bonus edilizi legati ai lavori per l’efficientamento energetico di condomini e villette. Vengono definiti “gli esodati” del Superbonus (per analogia con quelli rimasti intrappolati dalla riforma delle pensioni che portava il nome dell’allora ministro del Lavoro Elsa Fornero), cioè quanti non riescono a liberarsi dei crediti perché non ci sono più acquirenti.
L’idea del Governo è dar vita a una banca veicolo, che dovrà acquistare i pacchetti di crediti dalle banche (sbloccando così gli acquisti da parte di queste ultime relativamente ai crediti generati da condomini e proprietari di case singole) e ne gestirà la valorizzazione sul mercato. Nella consapevolezza che sul mercato ci sono operatori finanziari disposti a effettuare grandi acquisti su base annuale, per poi smaltirli nel tempo, puntando a ricavarne profitto. Il meccanismo è per certi versi simile a quello che caratterizza i crediti deteriorati in pancia alle banche, ma in questo caso si tratta di crediti in bonis, dato che gli operatori industriali e gli istituti dovranno garantire - a monte - ai cessionari successivi la bontà dei crediti attraverso una rigorosa analisi.
I soggetti coinvolti nel lancio della piattaforma
Quanto ai soggetti che potranno essere coinvolti nella nascita e nel decollo di questa piattaforma si fa il nome in primis di Enel X (controllata del gruppo che ha il suo azionista di riferimento nel ministero del Tesoro), alla quale verrebbe affidato un doppio ruolo: di cessionario, con contatto diretto con il tessuto imprenditoriale che ha in mano i crediti, nonché di utilizzatore finale del credito veicolato dal settore finanziario. I vertici della società hanno dato una disponibilità di massima a prendere parte al progetto e a breve dovrebbero esserci passi concreti.
Tra gli altri soggetti che potrebbero partecipare a questa iniziativa di sistema ci sono Intesa Sanpaolo (primo gruppo bancario della Penisola) e Artigiancassa, la realtà del gruppo Bnl-Paribas che eroga finanziamenti e credito agevolato agli artigiani e alle piccole e medie imprese. Oltre a Cassa Depositi e Prestiti, che negli ultimi anni ha preso parte a quasi tutte le iniziative lanciate per affrontare le diverse emergenze economiche emerse nel Paese.
In ogni caso la banca dei crediti non appare in grado di smaltire tutti i 19 miliardi di crediti incagliati. Da qui l’intervento governativo che punta a rilanciare l’appeal verso banche e assicurazioni: quelle che hanno esaurito la capacità, potranno utilizzare i crediti per sottoscrivere Btp a dieci anni, con un limite del 10% di quanto scontato ogni anno. UniCredit e Poste Italiane sono già ripartite con le cessioni e, data la loro rilevanza nel mercato nazionale, c’è da credere che altri seguiranno a breve.
Questa iniziativa si aggiunge alla novità affidata all’Agenzia delle Entrate. Dal 2 maggio, quando partiranno le riscossioni dei tributi, sarà possibile spalmare le compensazioni su un arco temporale di dieci anni nel caso in cui non si riesca a utilizzare i crediti subito nel modello F24. L’obiettivo è consentire lo smaltimento di circa 10 miliardi di crediti incagliati. Questa possibilità dovrebbe interessare più le imprese che gli istituti di credito, dato che questi ultimi hanno già calendarizzato l’utilizzo dei crediti acquistati nei mesi scorsi.
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