Finfluencer, l’avviso di Consob in merito ai consigli di investimento online
Con l’aumento dei contenuti finanziari sui social, la Consob richiama l’attenzione sui finfluencer, figure influenti sui social network ma spesso non regolamentate, capaci di condizionare scelte economiche con informazioni non sempre corrette o imparziali.

La crescente diffusione dei contenuti finanziari online ha reso sempre più centrale il ruolo dei finfluencer, ovvero quegli influencer attivi sui social che parlano di investimenti, criptovalute, trading o risparmio personale. Ma dietro l’apparente accessibilità di consigli e suggerimenti, si nascondono alcuni rischi.
A lanciare un richiamo formale è stata la Consob, con un documento ufficiale – il Richiamo di attenzione n. 2 del 6 giugno 2025 – in cui mette in guardia i risparmiatori e richiama gli influencer alla responsabilità.
Finanza e social: un binomio sempre più pervasivo
TikTok, Instagram, YouTube e X sono ormai diventati canali privilegiati per parlare di finanza personale. Video brevi, grafiche accattivanti e storytelling coinvolgenti hanno trasformato argomenti complessi in contenuti virali.
Ma quando il messaggio riguarda investimenti – spesso presentati come facili, sicuri e altamente redditizi – la questione si complica. L’autorità di vigilanza italiana, sulla scia di analoghe iniziative già intraprese da ESMA (l’autorità europea dei mercati finanziari) e da IOSCO (l’organismo internazionale dei regolatori), invita alla massima cautela.
Il rischio, sottolinea Consob, è che gli utenti assumano decisioni finanziarie emotive e poco informate, guidati dall’“effetto gregge” o dall’autorevolezza presunta di un influencer privo di qualifica tecnica. L’illusione di ottenere guadagni rapidi con esborsi minimi, soprattutto nel mondo delle criptovalute o degli investimenti alternativi, si è rivelata in molti casi fallace, quando non addirittura dannosa.
Strategie finanziarie: l'effetto virale non è una garanzia
Secondo i dati diffusi da Morningstar e rielaborati dal Sole 24 Ore, sempre più giovani tra i 18 e i 35 anni dichiarano di informarsi sulle strategie finanziarie tramite i social. In alcuni casi, i finfluencer raccolgono decine di migliaia di visualizzazioni con un singolo video. Ma ciò che rende questi contenuti virali non è la qualità informativa, bensì la loro capacità di semplificare. E proprio questa semplificazione eccessiva rappresenta il nodo critico: il linguaggio usato è spesso privo delle cautele obbligatorie previste dalla normativa.
La Consob invita i risparmiatori a diffidare di promesse di guadagni elevati senza rischi e a verificare sempre la fonte delle informazioni. L’assenza di trasparenza, soprattutto nei casi in cui l’influencer riceve un compenso (diretto o indiretto) per promuovere determinati strumenti finanziari, configura un possibile conflitto di interessi. Ed è proprio questo uno degli aspetti più sottolineati dall’autorità di vigilanza.
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Le responsabilità degli influencer: obblighi e limiti
Il messaggio di Consob non si rivolge solo agli utenti, ma anche – e soprattutto – agli stessi creatori di contenuti. I finfluencer devono sapere che la loro attività può rientrare a tutti gli effetti nell’ambito delle raccomandazioni di investimento, soggette alle norme europee contro gli abusi di mercato. Ciò implica l’obbligo di rispettare criteri rigorosi nella presentazione delle informazioni, indicando chiaramente il livello di rischio, le fonti utilizzate e ogni eventuale legame economico con l’emittente degli strumenti promossi.
In particolare, la Consob ricorda che chi si presenta al pubblico come “esperto” è sottoposto a uno standard ancora più elevato di responsabilità: il contenuto deve essere veritiero, completo e non fuorviante. In caso contrario, si potrebbe configurare un illecito – anche grave – come la manipolazione del mercato. Questo vale non solo per i titoli azionari o gli ETF, ma anche per le cripto-attività, oggi al centro di una regolamentazione sempre più stringente in ambito europeo.
L’intervento delle autorità: un’azione coordinata
Non è un caso che il richiamo della Consob arrivi a pochi mesi dall’entrata in vigore del regolamento europeo MiCA (Markets in Crypto-Assets), che disciplina in modo strutturato le criptovalute e gli operatori del settore. Anche l’ESMA, in una comunicazione ufficiale (“Warning ESMA on Social Media and Investment Recommendations”), ha sottolineato come i social media rappresentino oggi uno dei principali canali di diffusione di raccomandazioni non autorizzate.
La IOSCO (Organizzazione internazionale delle commissioni sui valori mobiliari), dal canto suo, ha evidenziato l’esistenza di una zona grigia normativa, in cui molti finfluencer operano senza consapevolezza delle implicazioni legali. L’invito, dunque, è duplice: agli utenti viene chiesto di informarsi in modo critico e verificato; agli influencer viene chiesto di formarsi, documentarsi e – se necessario – regolarizzare la propria posizione con riferimento alla normativa vigente.
Educazione finanziaria come prima difesa
In assenza di un’educazione finanziaria diffusa, è semplice cadere nella trappola di promesse irrealistiche. Per questo motivo, la stessa Consob promuove da tempo iniziative di formazione rivolte al grande pubblico, attraverso la Settimana dell’educazione finanziaria e il portale Investire informati. Capire i concetti base – come rischio di credito, rendimento, orizzonte temporale – è il primo passo per proteggersi, anche da contenuti affascinanti ma non affidabili.
L’obiettivo, in ultima analisi, è garantire che il risparmio – bene tutelato anche dalla Costituzione – venga investito in modo consapevole e informato. La vigilanza prosegue, anche sul fronte digitale, ma una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini resta l’arma più efficace contro abusi e manipolazioni.