Imprese più caute: stabile la domanda di prestiti
Le imprese italiane puntano ad attingere alle proprie riserve per affrontare le spese correnti, facendo slittare i piani di investimento di lungo periodo. Al contrario, invece, aumenta la richiesta di prestiti da parte delle famiglie. A primeggiare sono i prestiti personali.
Le imprese italiane sono più prudenti. E, pur di rimandare i piani di investimento, preferiscono in alcuni casi attingere alle proprie riserve per far fronte a spese varie. La richiesta di credito resta, infatti, stabile nel corso del terzo trimestre dell’anno. Lo rivela il Barometro di CRIF che segnala inoltre una differenza minima del +0,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A non registrare cambiamenti è anche l’importo medio dei prestiti: 125.404 euro, pari a -0,5% rispetto al periodo corrispondente del 2022.
L’indagine accende i riflettori sulle varie tipologie di imprese e sul rapporto di queste ultime con il settore del credito al consumo. Lo studio svela che le società di capitali hanno presentato solo un lieve calo del -0,2%, mentre le imprese individuali registrano un incremento minimo del +0,6%. Sul fronte dell’importo medio richiesto, quello delle imprese individuali si attesta a 35.334 Euro (-4,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), mentre per le società di capitali la somma media ricercata è pari a 167.035 euro (+0,1% rispetto al corrispondente periodo del 2022).
Sono in particolare i piccoli prestiti ad essere i più gettonati dalle imprese nel corso del 2023. La fascia di importo fino a 5.000 euro rappresenta il 30,7% del totale nel periodo gennaio 2023-settembre 2023. Al secondo posto vi sono i finanziamenti di oltre 50.000 Euro con il 28,4%. Sul podio anche i prestiti dalla classe di importo compresa tra 20.001 e 50.000 euro che si piazzano al terzo posto con una percentuale del 23,2%. I prestiti di importo compreso tra 10.001 e 20.000 euro sono scelti nel 10,5% dei casi, mentre quelli con classe di importo compresa tra 5.001 e 10.000 euro occupano il 7,2% del campione esaminato.
Dallo studio di CRIF emerge che i vari cambiamenti macroeconomici registrati negli ultimi anni non hanno variato la distribuzione della domanda di prestiti per settori. Sono infatti i Servizi a restare al primo posto (25,6%), seguiti rispettivamente sul secondo e terzo gradino dal Commercio (23,1%) e dalle Costruzioni (17,3%). Si piazzano poi in classifica il settore Manifatturiero (10,9%), il settore Agricolo (6,8%); Trasporti e Logistica (2,0%); Alimentari e Bevande (2,0%); ICT, Media Telecomunicazioni (1,6%); Utilities ed Energia (0,7%); Altre imprese (7,0%).
Durante il terzo trimestre del 2022 la distribuzione delle richieste di credito delle imprese italiane non era poi così differente: Servizi (25,1%); Commercio (22,9%) e Costruzioni (18,0%). Per il settore Manifatturiero la percentuale si attestava all’11,3%; per il settore Agricolo al 6,7% e per i Trasporti e Logistica al 4,8%. Lo scorso anno la domanda di prestiti era pari al 2,1% da parte del settore Alimentare e Bevande; all’1,5% per ICT, Media e Telecomunicazioni e allo 0,6% per Utilities ed Energia.
Aumentano le richieste di prestiti delle famiglie
Se la domanda di prestiti delle imprese resta stabile, si registra invece un incremento delle richieste di prestiti da parte delle famiglie nei primi 9 mesi del 2023: +2,1% rispetto al corrispondente periodo 2022. Sono in particolare i prestiti personali ad avere la meglio, mettendo a segno +20,4%. Al contempo l’importo medio registra una flessione del 4,9% e si attesta a 11.725 euro. Discorso opposto per i prestiti finalizzati che subiscono una contrazione (-9,0%), mentre l’importo medio resta stabile con un valore totale di 5.893 euro.
Nel corso dei primi nove mesi del 2023 le richieste di credito da parte delle famiglie italiane si sono concentrate nella classe inferiore ai 5.000 eurot, che occupa più della metà del totale esaminato. Lo studio CRIF riporta che il 70,3% delle richieste di prestiti finalizzati ha importi inferiori 5.000 euro. Questa classe d’importo risulta la più gettonata anche per i prestiti personali (33,0%).
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