Prestazioni energetiche: metà delle case è inefficiente. L’aiuto dei prestiti
Sono vecchie e inefficienti le case italiane. Sette su 10 sono state costruite prima del 1980, una su due ha prestazioni energetiche di classe F e G (le peggiori). Lo studio di Confartigianato, con tanto di maglia nera di regioni e province. Un aiuto per la riqualificazione arriva dai prestiti ristrutturazione.
L’Italia deve correre per raggiungere i traguardi di efficienza e risparmio energetici fissati dalla direttiva case green. È l’esortazione di Confartigianato che definisce le condizioni dei nostri edifici come “critiche”: su 25,7 milioni di abitazioni, ben 17,5 milioni, quasi sette case su 10 (pari al 68% del totale), risalgono a prima del 1980. Avendo più di 45 anni, più della metà (esattamente il 51,8%) degli immobili da nord a sud della Penisola si colloca nelle classi energetiche meno efficienti, cioè F e G.
Questa fotografia è scattata dall’associazione degli artigiani e delle piccole imprese ed è contenuta in un rapporto sulla transizione green degli edifici presentato in occasione della “Settimana per l’energia e la sostenibilità” di ottobre 2024, con 65 eventi diffusi in tutta Italia e promossi dalle associazioni del Sistema Confartigianato.
Sono stati sette giorni di confronto a tutto campo tra Confartigianato, imprese, istituzioni, esperti italiani e di livello internazionale sui pilastri dell’ESG (sostenibilità sociale, ambientale e di governance) per individuare le traiettorie di un nuovo modello di sviluppo “amico” dell’ambiente.
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Allarme di Confartigianato: case vecchie e inefficienti
Secondo il report di Confartigianato, a livello regionale, il maggior numero di abitazioni costruite prima del 1980 si trova in Lombardia (2.973.768), seguita da Lazio (1.782.175), Piemonte (1.463.157), Campania (1.452.177) e Sicilia (1.391.972).
Edifici ormai datati sotto il profilo del risparmio di energia. Case che avrebbero bisogno di essere riqualificate per migliorarne l’efficienza energetica e soddisfare i requisiti imposti dalla direttiva europea case green che prevede che gli Stati dell’UE riducano il consumo di energia degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.
Una corsa contro il tempo nella quale i prestiti ristrutturazione possono giocare un ruolo chiave per sostenere le famiglie che dovranno farsi carico economicamente degli interventi per rimettere a nuovo le proprie abitazioni. Prestiti personali che, in questo momento, sono più convenienti grazie ai tassi di interesse in discesa.
Edifici e prestazioni energetiche: regioni e province meno efficienti
Oltre all’età delle case, Confartigianato ha stilato la classifica di regioni e province con le peggiori prestazioni energetiche degli immobili. Si supera la media italiana del 51,8% di edifici nelle classi energetiche più basse (F e G) in:
- Lazio (65,6%);
- Liguria (63,3%);
- Toscana (62,2%);
- Umbria (61,7%);
- Molise (61,5%);
- Puglia (60,1%);
- Calabria (57,8%);
- Sicilia (57%);
- Emilia-Romagna (56,7%);
- Basilicata (54%).
Tra le province italiane, la presenza di immobili meno efficienti dal punto di vista energetico è più diffusa a:
- Rieti (78,8%);
- Enna (74,9%);
- Isernia (72,4%);
- Frosinone (71,3%);
- Genova (69,9%);
- Terni (69,7%);
- Viterbo (69,3%);
- Massa-Carrara (68,6%);
- La Spezia (66,6%).
Granelli: “Siamo un Paese con case vecchie e poco efficienti”
“Siamo un Paese con case vecchie e poco efficienti. Non c’è tempo da perdere: vanno messi subito in campo - sottolinea il presidente di Confartigianato, Marco Granelli - interventi a sostegno della riqualificazione degli immobili con l’obiettivo, indicato dalla direttiva UE, di ridurre il consumo energetico del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, fino alle emissioni zero nel 2050”.
Transizione green degli edifici: “Servono detrazioni al 65%”
“Per garantire la transizione green degli edifici - continua Granelli - bisogna rendere stabili e permanenti le detrazioni fiscali al 65% che consentono di raggiungere più obiettivi: riqualificazione del patrimonio immobiliare, risparmio ed efficientamento energetico e difesa dell’ambiente, rilancio delle imprese delle costruzioni, emersione di attività irregolari”.
“Una strada - aggiunge Granelli - che trova indicazione nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) secondo il quale dal meccanismo delle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione degli edifici è atteso un risparmio di 32,5 Mtep di energia finale in valore cumulato nel decennio 2021-2030, pari al 44,3% del risparmio da conseguire rispetto agli obiettivi fissati per il 2030 dalla direttiva case green”.
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