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Immobili, gli obiettivi green sono lontani. Occorre accelerare sulle ristrutturazioni

La strada da fare per centrare gli obiettivi comunitari in tema di efficienza energetica degli immobili è ancora tanta. Secondo il rapporto Teha Group 2025, l’80% degli immobili resta inefficiente e, senza un cambio di passo, la neutralità climatica sarà raggiunta solo nel 2103.

Pubblicato il 06/06/2025
modellino di casa con classi di efficienza energetica e pile di monete
Immobili: occorre intervenire sull'efficienza energetica

Secondo il rapporto Teha Group 2025, l’80% degli immobili resta inefficiente e, senza un cambio di passo, la neutralità climatica sarà raggiunta solo nel 2103, oltre mezzo secolo dopo il target europeo del 2050. Oggi, più di otto edifici su dieci sono stati costruiti prima del 1990 e il 79% appartiene alle classi energetiche inferiori alla D.

Riqualificare il patrimonio edilizio più vecchio, adottando soluzioni smart e digitali, consentirebbe di ridurre i consumi energetici del 29% e quelli idrici del 5%, abbattendo le emissioni di CO2 tra il 20 e il 24%. Il risparmio potenziale per le famiglie italiane è stimato in 17-19 miliardi di euro l’anno, pari a circa il 19% della spesa energetica totale.

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I consumi degli immobili italiani

Nel 2021, il comparto edilizio italiano ha prodotto 75,5 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Per rispettare il piano europeo Fit for 55, questa cifra dovrà scendere a 12,4 milioni entro il 2050, un taglio dell’84% in 25 anni. Tuttavia, il tasso annuo di rinnovamento edilizio in Italia è solo dello 0,85%, la metà rispetto a Francia e Germania (1,7%). A questo ritmo, servirebbero oltre cento anni per rinnovare tutto il parco immobiliare nazionale.

Tra il 2018 e il 2025, la quota di edifici in classe A è cresciuta dal 2,9% al 3,8%: un incremento minimo che conferma la necessità di interventi più decisi. Il nodo resta economico: nel 2023, le famiglie italiane hanno speso 54,2 miliardi di euro per energia domestica, il 31% in più rispetto al 2015. Gli edifici inefficienti pesano di più sui bilanci familiari, accentuando le disuguaglianze.

La direttiva europea sulle case green e i ritardi italiani

La trasformazione del patrimonio immobiliare è ormai un obbligo. Entro maggio 2026, l’Italia dovrà recepire la nuova direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici (EPBD).

Per il settore non residenziale, la direttiva impone la ristrutturazione del 16% degli edifici con le peggiori prestazioni entro il 2030 e del 26% entro il 2033.

Nel settore residenziale, si punta invece a ridurre i consumi energetici del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, con almeno il 55% del risparmio ottenuto su immobili in classe G.

Dal 2030, tutti i nuovi edifici dovranno essere a zero emissioni e quelli non residenziali con impianti sopra i 70 kW dovranno avere sistemi di automazione e controllo.

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Il potenziale degli smart building per migliorare l’efficienza energetica

La soluzione proposta dal rapporto Teha è puntare sugli “smart building”, edifici intelligenti che integrano efficienza energetica, digitalizzazione e automazione. Nel 2023, questa filiera ha generato in Italia un valore aggiunto di 43 miliardi di euro, impiegando circa 419 mila persone e coinvolgendo 350 mila aziende in oltre 180 settori: dai materiali ai software, dalla gestione energetica alla manutenzione.

Secondo le stime, entro il 2030 il comparto potrebbe creare 200 mila nuovi posti di lavoro qualificati. Tuttavia, il 57,6% delle imprese edilizie segnala difficoltà a trovare personale adeguato, per carenza di candidati e preparazione insufficiente.

Le Its Academy hanno formato oltre 46 mila studenti in dieci anni, con un tasso di occupazione superiore all’87%, ma serve un salto di qualità. Il rapporto suggerisce di rendere obbligatoria la formazione specifica per chi partecipa a grandi appalti pubblici, così da elevare gli standard tecnici e accelerare la transizione.

Incentivi e nuove proposte per la riqualificazione degli immobili

Per accelerare la riqualificazione, la Community Smart Building suggerisce di riformare il sistema di incentivi: dovrebbero essere proporzionali ai risparmi energetici effettivi, stabili fino al 2030 e aperti a tutte le tecnologie.

Si chiede anche di facilitare l’accesso al credito e di valorizzare strumenti come i partenariati pubblico-privati e i Contratti di performance energetica (EPC), che legano i pagamenti ai risultati reali di efficienza ottenuti.

Tra le proposte figura anche il “Libretto della casa”, un documento digitale volontario che certifichi e tracci gli interventi su ogni immobile, in linea con il passaporto di ristrutturazione previsto dalla direttiva europea.

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La situazione dei tassi favorisce il ricorso a prestiti e mutui

Di positivo c’è che i tagli ai tassi da parte della BCE rendono meno costoso che in passato sottoscrivere un mutuo ristrutturazione o un prestito ristrutturazione.

Secondo l’Osservatorio di Segugio.it, i migliori prestiti personali ad aprile si sono attestati al 6,97%, mentre nel terzo trimestre del 2024 il dato si attestava al 7,64%. E probabilmente la tendenza è destinata a proseguire, visto che la rilevazione non tiene in conto dei benefici generati al costo del denaro dall'ultimo taglio dei tassi BCE.

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A cura di: Luigi Dell'Olio

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