Prestiti e bonus edilizi: persi 97,3 miliardi con la stretta sugli incentivi
Mancati investimenti per 97,3 miliardi di euro nei prossimi tre anni con la stretta del Governo sui bonus edilizi. Il giro di vite alle detrazioni fiscali dal 2025 indurrà 3,5 milioni di famiglie a rinunciare ai lavori di efficientamento energetico, privandosi dei prestiti ristrutturazioni a tassi convenienti.
La stretta sui bonus edilizi, prevista dalla nuova Finanziaria, spingerà 3,5 milioni di famiglie italiane a rinunciare alla riqualificazione e all’efficientamento energetico delle proprie case per un totale di 97,3 miliardi di euro di mancati investimenti nei prossimi tre anni. È quanto emerge da una ricerca realizzata da CNA e Nomisma.
Investimenti che sarebbe più semplice sostenere grazie ai prestiti ristrutturazione, i quali sono più convenienti con i tassi di interesse in discesa, così come i prestiti personali.
Tagli agli incentivi: 3,5 milioni di famiglie rinunciano ai lavori
Lo studio della Confederazione nazionale dell’artigianato, sulla base di un sondaggio curato da Nomisma, afferma che, con il sistema di detrazioni fiscali oggi in vigore, 10 milioni di famiglie nel prossimo triennio potrebbero realizzare un intervento sulla propria abitazione per favorire il risparmio energetico. Ma una riduzione delle aliquote sulle agevolazioni porterebbe oltre 3,5 milioni di famiglie a rinunciare ai lavori.
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Bonus edilizi: ecco che cosa cambierà dal 2025
La manovra di Bilancio 2025 varata dal Governo e che sta affrontando l’iter parlamentare per l’approvazione entro fine anno, introduce una serie di restrizioni.
In particolare:
- riduzione dell’Ecobonus dal 65% al 50%;
- limitazione della platea dei beneficiari a seguito della previsione di vincolare l’intervento alla sola abitazione principale;
- soglie alle detrazioni in base al reddito e alla composizione familiare;
- Superbonus con aliquota al 65% (solo per i condomini).
“Le famiglie italiane - si legge in una nota della CNA - sono sempre più orientate a realizzare investimenti per la riqualificazione e l’efficientamento energetico delle proprie abitazioni, ma la propensione agli interventi è strettamente connessa alla dimensione e alla stabilità degli incentivi”.
CNA: i “bonus minori” non pesano sui conti pubblici
I cosiddetti “bonus minori” (bonus ristrutturazioni 50% ed Ecobonus 65%) sono stati una calamita per le famiglie italiane anche durante gli anni del Superbonus 110%, generando risultati importanti sia sotto il profilo economico, sia per il raggiungimento degli obiettivi di difesa dell’ambiente.
“Tra l’altro questi bonus hanno garantito l’assoluta sostenibilità per i conti pubblici - rilevano ancora CNA e Nomisma -. Tra il 2011 e il 2019 il volume delle detrazioni ha rispettato le previsioni di spesa con un impatto sostanzialmente neutro per la finanza pubblica”.
A rischio 2 milioni di posti di lavori e danni all’ambiente
Se più di 3,5 milioni di famiglie non attiveranno gli investimenti per una diminuzione degli sconti fiscali, vorrà dire bruciare 97,3 miliardi di euro di possibili investimenti, con effetti negativi tanto per l’economia quanto per l’ambiente.
La ricerca spiega che la domanda persa equivale a un mancato valore aggiunto di 119,7 miliardi di euro, con una pesante ricaduta anche per l’occupazione, con la mancata attivazione di oltre 2 milioni di posti di lavoro.
Passando al contrasto al cambiamento climatico, si stimano 16mila GW/h l’anno di energia non risparmiata, pari a 461 euro l’anno in media a famiglia. Inoltre 3,7 milioni di tonnellate di CO2 l’anno che equivale a piantare 205 milioni di alberi.
Gli artigiani al Governo: nessuna stretta per un triennio
In occasione della presentazione dello studio, i presidenti di CNA Costruzioni, Enzo Ponzio; CNA Installazione impianti, Paolo Pagliarani, CNA Serramentisti e infissi, Mauro Sellari, hanno evidenziato preoccupazioni e timori per le ricadute negative del depotenziamento dei bonus edilizi da parte dell’esecutivo Meloni.
Le richieste delle categorie indicano l’esigenza di mantenere per almeno un triennio l’assetto dei bonus attuale tra il 50% per le ristrutturazioni e il 65% per l’efficientamento energetico.
Anche il Sismabonus dovrebbe mantenere la dimensione delle agevolazioni attualmente in vigore. Inoltre, non introdurre alcun tetto alle detrazioni in funzione del reddito e del nucleo familiare e confermare le attuali aliquote di detrazione per le abitazioni principali e i condomini.
Direttiva case green: serve un tavolo di confronto
Infine, i tre dirigenti hanno rinnovato la richiesta della CNA di aprire in tempi rapidi un tavolo di confronto con il Governo per definire una strategia coerente con le prospettive di recepimento della direttiva casa green, e realizzare un programma di medio e lungo periodo per dare stabilità al mercato e certezze sui conti pubblici.
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