Chi può richiedere una cessione del quinto?
La cessione del quinto è una forma di prestito molto vantaggiosa per chi ha ricevuto segnalazioni in passato oppure per chi avesse avuto problemi di solvibilità. Le categoire ammesse sono quelle con un contratto di lavoro a tempo indeterminato, oppure i pensionati INPS e INPDAP.
La formula della cessione del quinto dello stipendio nasce nel nostro Paese nell’immediato dopoguerra. Introdotta con il D.P.R. n.180 del 5 gennaio 1950, aveva come scopo agevolare l’accesso al credito di precise categorie lavorative: i dipendenti statali.
Nel tempo l’accesso a questa forma di credito è stato ampliato anche ad altre categorie di lavoratori che fornivano comunque garanzie solide e tali da ridurre a livelli molto bassi il rischio degli istituti finanziatori, nello specifico:
- dipendenti privati,
- dipendenti pubblici,
- pensionati INPS ed ex INPDAP.
In comune queste tre categorie hanno la possibilità di offrire garanzie sicure all’istituto finanziatore.
Per i dipendenti pubblici, statali e i pensionati le garanzie derivanti dal datore di lavoro sono ai massimi livelli di affidabilità e conseguentemente il costo del danaro può essere sensibilmente più basso.
Nei dipendenti privati la garanzia dell’istituto finanziatore è rappresentata dalla presenza di un contratto a tempo indeterminato e di un TFR accantonato, sul quale poter istituire un vincolo nel caso di interruzione del rapporto di lavoro. Il tutto andrà rapportato all’affidabilità del datore di lavoro che segue rigorosi criteri stabiliti dalle compagnie assicurative che garantiscono l’operazione.
Sono escluse, invece, tra le categorie ammesse alla cessione del quinto i lavoratori autonomi, i disoccupati e i lavoratori dipendenti privi di un contratto a tempo indeterminato, perchè non rispettano il requisito di legge della “costanza del rapporto di lavoro”.
La cessione del quinto per i cattivi pagatori
Può accedere a un prestito con cessione del quinto anche chi in passato ha avuto problemi di solvibilità, come anche i cattivi pagatori segnalati al CRIF, la società privata che coordina il Sistema di Informazioni Creditizie e che raccoglie le segnalazioni relative a tutti i finanziamenti in corso di privati e imprese.
Aver ricevuto una segnalazione o essere nella black list non costituisce un problema per chi ha invece i requisiti necessari richiesti: è questo uno dei vantaggi più importanti della cessione del quinto, accessibile anche se non si avesse una buona storia creditizia.
La cessione del quinto per i dipendenti privati
Se il richiedente è il dipendente di un’azienda privata, oltre all’età compresa generalmente tra i 18 e i 63 anni, la residenza e il datore di lavoro presenti in Italia, ci sono ulteriori variabili a determinare l’importo massimo cedibile: il TFR e la valutazione dell’azienda.
Conta infatti l’anzianità lavorativa del soggetto richiedente, perché quanto più avrà maturato anni di TFR, tanto più solida sarà la garanzia da offrire. In sostanza a questa variabile è legata non solo la possibilità di ottenere il prestito, ma anche la somma che si riuscirà a ottenere.
A fare da garanzia ci sarà, inoltre, anche lo stato di “buona salute” dell’azienda, perché come visto sopra l’istituto finanziatore ne valuterà capitale sociale e numero di dipendenti, mentre la compagnia di assicurazione calcolerà il rating, cioè l’indice di affidabilità in base al quale la consistenza del TFR accantonato verra moltiplicato per stabilire l’erogato massimo dell’operazione.
La cessione del quinto per i dipendenti pubblici
Nel caso in cui il soggetto che richiede la cessione del quinto sia un dipendente presso un ente pubblico o un’amministrazione statale, le banche e le finanziarie adottano criteri meno stringenti nelle valutazioni, ad esempio per l’anzianità lavorativa, oppure sulla prossimità all’età pensionabile data la solvibilità del datore di lavoro.
In questa categoria rientrano parzialmente i i dipendenti parastatali, cioè il personale di quelle aziende che svolgono un’attività essenziale di pubblica utilità, ma che sono costituite in forma privatistica di Spa, Srl o Consorzi, con capitale sociale appartenete allo Stato (es. Trenitalia Spa) o agli Enti Locali (es. l’ATAC Spa del comune di Roma).
La cessione del quinto per i pensionati
Lo status di pensionato costituisce ugualmente una garanzia per l’istituto finanziatore, in quanto fonte di reddito certo derivante dal diritto maturato. Tuttavia esistono anche qui dei requisiti minimi da rispettare.
Il primo è l’età, che non può essere superiore a 85 anni (alcuni istituti di credito arrivano a 87 anni) alla scadenza del piano di ammortamento.
Il secondo è dato dalla natura della pensione: i soggetti che percepiscono pensioni e assegni sociali, invalidità civile, e tutte quelle forme di erogazione dell’INPS che non costituiscono reddito ne sono esclusi. Sono, invece, regolarmente finanziate le pensioni di anzianità e di vecchiaia, oltre a quelle di reversibilità.
Il terzo è l’ammontare della pensione: per tutelare i redditi più bassi ogni anno l’INPS stabilisce un reddito soglia al di sotto del quale non autorizza le operazioni di cessione, a salvaguardia dei suoi assistiti più deboli.
Per sapere se si ha diritto a un prestito con cessione del quinto e determinare l’importo della rata massima sostenibile con la propria pensione, è possibile richiedere all’INPS la quota cedibile che ufficializza queste informazioni. In alternativa è possibile rivolgersi a un istituto finanziario convenzionato INPS che, essendo in collegamento diretto con l’ente, determina istantaneamente questi parametri e consente di accedere a tassi d’interesse più vantaggiosi concordati con l’INPS stesso a tutela dei pensionati.
Ultimo aggiornamento ottobre 2021