Come e quando rifinanziare un prestito
In uno scenario di rallentamento del ciclo economico, dopo oltre un anno di iperinflazione, molti italiani si trovano in difficoltà con il pagamento delle rate relative ai finanziamenti ricevuti. Da qui la necessità di rinegoziare i finanziamenti. Ecco le opportunità a disposizione.

Il rallentamento della crescita economica, il carrello della spesa che diventa sempre più caro e le tante incognite sul futuro che suggeriscono di tenere un po’ di riserve da parte. Sono diverse le ragioni che potrebbero spingere a rimodulare un finanziamento in corso, senza dimenticare quelle maggiormente legate a esigenze personali.
Come si rinegozia un finanziamento
Cominciamo col vedere come si rinegozia un prestito già esistente. Occorre contattare la banca o la società finanziaria con la quale è in corso il finanziamento per concordare una modifica del tasso di interesse e/o del numero delle rate previste dal piano di ammortamento, allo scopo di allungare la durata e abbassare l’importo della rata. Di solito l’operatore finanziario non fa grandi resistenze, di fronte a richieste non impossibili, sia per fidelizzare il cliente, sia per salvaguardare il credito.
Si tratta di una strada differente rispetto al prestito per consolidamento dei debiti, che invece punta a raggruppare tutti i prestiti già in essere in un unico nuovo finanziamento con una nuova durata, generalmente più lunga, in modo da assicurarsi rate mensili nettamente più sostenibili da parte dei consumatori. In questo caso non si tratta di una surroga del prestito, bensì di un’opportunità che permette di contrastare il sovraindebitamento. Per accedere a questa opzione occorre non aver superato i 75 anni, essere titolare di un reddito adeguato e non essere soggetti a protesti e pignoramenti.
Le mosse da compiere
Chiusa questa parentesi didascalica, come muoversi? Innanzitutto è bene partire da un check-up della propria situazione per capire se il prestito in corso è ancora sostenibile, soprattutto se rispetto al momento nel quale è stato ottenuto sono emerse novità a livello personale o familiare. Questa analisi andrebbe sempre accompagnata dall’identificazione di eventuali altre necessità finanziarie (se sono emersi bisogni differenti dal passato o magari si fatica a onorare gli impegni presi, ad esempio perché è cresciuto il costo della vita). Il terzo step da seguire è guardarsi intorno e raccogliere preventivi, con l’utilizzo di un comparatore online come Segugio.it che può risultare molto utile per conoscere le offerte di mercato, confrontarle tra loro e fare preventivi.
Tra gli aspetti più importanti da considerare nelle diverse offerte vi sono: l’importo da richiedere, dato che i massimali variano tra i vari operatori; la durata del piano di rimborso; il TAEG, cioè il tasso di interesse annuo da corrispondere. Il tutto senza trascurare l’eventuale presenza di commissioni di gestione della pratica e/o di penali in caso di imprevisti o versamenti ritardati della rata mensile.
Uno degli aspetti che vengono considerati con maggiore attenzione dagli operatori che ricevono richiesta di rifinanziamento vi è l’affidabilità creditizia del debitore. La banca o la società finanziaria di solito si prende qualche giorno per esaminare tutta la documentazione reddituale e anagrafica del richiedente, il che avviene anche se si tratta dello stesso soggetto che ha concesso il primo finanziamento, dato che le sue condizioni reddituali potrebbero essere peggiorate. Proprio la tempistica per un’operazione simile è una tematica da approfondimento in maniera prioritaria con la controparte, soprattutto qualora fossero necessarie decisioni in breve tempo.
Pesa la dinamica dei prezzi al consumo
Il tema del rifinanziamento assume un peso particolare nel contesto attuale a fronte del peggioramento del ciclo economico, accompagnato da un’elevata inflazione persistente. Di fatti, anche se a novembre il carovita è cresciuto di un modesto 0,8% su base annua (ed è addirittura in calo dello 0,4% su base mensile), in ulteriore rallentamento rispetto al +1,7% annuo registrato a ottobre, il “merito” è soprattutto del favorevole andamento dei prezzi energetici, che un anno fa erano schizzati verso l’alto e negli ultimi tempi si sono normalizzati. Se invece si guarda al carrello della spesa (beni alimentari, i beni per la pulizia e la manutenzione ordinaria della casa e i beni per l'igiene personale e prodotti di bellezza), anche nell’ultimo mese il rialzo è stato consistente, nell’ordine del 5,8% rispetto a novembre del 2022.
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