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Credito: le imprese hanno superato l’emergenza liquidità

Nel terzo trimestre la domanda di credito da parte delle imprese italiane è calata del 4,6 per cento, mentre è salito l’importo medio richiesto, del 18,45 per cento. Quasi la metà delle domande dai servizi e dal commercio. Atteso un forte impegno del manifatturiero nella transizione ecologica.

Pubblicato il 08/11/2022
lente di ingrandimento che punta su banconote arrotolate
Andamento della domanda di credito dalle imprese

Sul mercato del credito italiano la domanda di finanziamenti delle imprese rallenta, alla luce dell’avvenuto superamento delle fasi più critiche della pandemia. Infatti, superata l’emergenza liquidità che aveva interessato in modo particolare le società (spingendole ad incrementare la provvista di credito), nel terzo trimestre 2022 le richieste di credito presentate dalle imprese accusano un calo del 4,6% annuo.

Nel dettaglio, secondo il più recente Barometro di CRIF, la dinamica in atto riguarda soprattutto le imprese individuali che, tra luglio e settembre, segnano un -11,9%, mentre le richieste giunte dalle società di capitali si sono rivelate sostanzialmente stabili (-0,8%). Contestualmente dalla ricerca spicca la decisa crescita registrata dall’importo medio richiesto, a 123.691 euro, vale a dire con un aumento del 18,45% tendenziale.

Sale l’importo medio chiesto dalle società di capitali

Per quanto riguarda le imprese individuali - la spina dorsale del tessuto economico e produttivo del nostro Paese - si riscontra un andamento divergente dei finanziamenti che queste hanno chiesto rispetto alle società di capitali. L’importo medio chiesto dalle prime è calato del 2,6% a 36.374 euro, mentre quello delle seconde è salito del 17,7% a 163.891 euro.

La ripresa economica del 2021 aveva consentito, osserva Simone Capecchi, executive director di CRIF, un importante recupero del fatturato e dei margini delle aziende, seppur con grosse differenze tra i settori. In questi mesi, l’inflazione sta spingendo verso l’alto il giro d’affari, ma il contesto, caratterizzato da molte tensioni, comporta una netta correzione in calo delle prospettive sul fronte della marginalità operativa, prevista per il 2022 in calo sia sul 2021 sia sul 2019.

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Le imprese individuali più penalizzate dall’incertezza

Sul fronte della domanda di credito in questi mesi si è quindi concretizzata la tendenza da parte delle imprese italiane a chiedere un minor numero di prestiti ma, mediamente, di importo più elevato. Nel complesso, come emerge dalla ricerca, c’è da segnalare come la frenata riguardi in particolare le imprese individuali, che, in questa fase – ha aggiunto Capecchi - risentono maggiormente della situazione di incertezza e hanno ridotto sia il numero di prestiti richiesti sia il loro valore.

Quasi la metà delle domande dai servizi e dal commercio

Tra i settori che si caratterizzano per volumi di richieste di credito elevati, al vertice si collocano i servizi, che coprono il 23,7% del totale malgrado una lieve flessione rispetto al terzo trimestre 2021 (-1,4 punti percentuali). Al secondo posto c’è il commercio, che rappresenta il 23% delle richieste, a conferma di quanto l’erosione dei margini stia accentuando il bisogno di liquidità in questo comparto. Al terzo posto c’è il settore delle costruzioni e infrastrutture, che spiega il 17,9% delle richieste di credito presentate dalle imprese in quest’ultimo trimestre, con un’incidenza sul totale richieste in sensibile aumento rispetto al 2021 (+1,7 punti percentuali).

Questa dinamica, secondo l’analisi di CRIF, riflette le prospettive creditizie che vengono previste in peggioramento e l’esigenza di nuova finanza anche a causa del progressivo venir meno delle misure straordinarie che avevano sostenuto il comparto nel 2021.

Il manifatturiero sarà impegnato nella transizione ecologica

Rientrano nella classifica anche le imprese del manifatturiero, con il 10,9% del totale, che devono affrontare le criticità derivanti dalla difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e dalla impennata dei costi dell’energia.

Infatti, le imprese del settore già nel prossimo futuro dovranno iniziare a studiare piani di investimento per far fronte alla necessaria transizione ecologica e diminuire così la dipendenza dai combustibili fossili. In generale, secondo il Barometro, i settori che presentano una minore incidenza sul totale delle richieste di credito presentate nel terso trimestre sono quelli che si caratterizzano sia per una ridotta numerosità di imprese attive sul territorio, sia, come nel caso di quello farmaceutico, per la loro capacità di generare cash flow per loro stessa natura gestendo beni di prima necessità.

A cura di: Fernando Mancini

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