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I tassi in calo spingono prestiti e mutui

I tassi hanno imboccato con decisione la strada del ribasso, anche se il potenziale resta ancora in buona parte inespresso. Sta di fatto che il mercato sta anticipando l'allentamento monetario, che nell'Eurozona dovrebbe partire a giugno o nel corso dell'estate.

Pubblicato il 28/03/2024
impiegati al lavoro in un ufficio
Bollettino ABI sul mercato del credito

I primi segnali erano già emersi nel recente passato, ma ora si fa sul serio. I tassi di mercato hanno imboccato con decisione la strada dei ribassi e questo consente di rendere più agevole e meno costoso il ricorso ai finanziamenti.

Oltre mezzo punto in meno in due mesi

Secondo l’ultimo Bollettino mensile dell’ABI, a febbraio il tasso di interesse medio sui prestiti, quindi considerando lo stock comprensivo anche di quelli preesistenti (e non solo le nuove erogazioni), è stato del 4,78%, lo stesso livello di gennaio. Quello che a prima vista potrebbe apparire un segnale di stabilizzazione, in realtà è la conferma del calo in atto, considerato che fino a questo momento il trend era stato sempre in crescita, dato che scadevano i finanziamenti dell’era dei tassi a zero e ne venivano sottoscritti di nuovi a condizioni più pesanti. Di fatti, se si considerano i soli prestiti concessi alle famiglie nel mese di febbraio per l’acquisto di abitazioni, il tasso medio è stato del 3,98%, ben otto punti base in meno di gennaio e oltre mezzo punto percentuale se il confronto viene fatto con dicembre del 2023. E il calo sale addirittura allo 0,6% rispetto a novembre. A questo punto non si può più parlare di una parentesi; il trend è evidente ed è destinato a rafforzarsi nei mesi a venire, considerato che alla riunione di aprile o – al massimo – a quella di giugno è atteso il primo taglio dei tassi ufficiali da parte della Bce.

Intanto, l’Irs a dieci anni (il benchmark più utilizzato per la costruzione dei mutui a tasso fisso) si è attestato in media del 2,62%, in diminuzione di 90 punti rispetto al massimo registrato a ottobre del 2023. Mentre l’Euribor a tre mesi (riferimento per i mutui a tasso variabile si è fermato in media al 3,93%, in calo di 7 punti base rispetto al massimo registrato a ottobre 2023.

In sostanza, il mercato ha iniziato ad anticipare le decisioni dell’Eurotower, in attesa di prezzarle a pieno una volta che le attese si tramuteranno in decisioni vere e proprie.

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Conferme del ribasso dall’Osservatorio di Segugio.it

Quanto emerge dal Bollettino ABI trova conferma nelle ultime rilevazioni dell’Osservatorio curato da Segugio.it, in base al quale a febbraio il miglior tasso praticato sui prestiti personali è stato del 7,40% contro il 7,64% del quarto trimestre 2023. Siamo ancora su un livello elevato se si allunga l’arco temporale di confronto, ma è un dato di fatto che la corsa verso l’alto si è stoppata e il mercato ha invertito la tendenza. Ovviamente il tasso di interesse migliore è per chi non si lascia vincere dalla pigrizia e sfrutta al meglio le potenzialità del comparatore, andando a cercare le migliori offerte di prestito per i propri bisogni.

Il cambio di passo lascia immaginare una ripresa delle erogazioni, che negli ultimi mesi hanno sofferto. Tornando al Bollettino mensile dell’ABI, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi del 2,7% rispetto a un anno prima, mentre a gennaio 2024 avevano registrato un calo del 2,6%, quando i prestiti alle imprese erano diminuiti del 4,0% e quelli alle famiglie dell’1,3%.

In favore del miglioramento del flusso di liquidità gioca anche un altro fattore. Le sofferenze nette (cioè al netto di svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a gennaio 2024 sono state 17,5 miliardi di euro, in crescita dai 16,7 miliardi del mese precedente, ma su livelli tutt’altro che preoccupanti. Per fare un paragone, a novembre del 2015 si era raggiunta quota 88,8 miliardi. In questo lungo arco di tempo le banche italiane hanno operato una profonda pulizia dei loro bilanci e oggi sono nelle condizioni per poter affrontare senza drammi anche una fase congiunturale non propriamente brillante. Così, appena i tassi ufficiali scenderanno sarà lecito attendersi un ritorno della domanda di credito da parte delle famiglie, con gli istituti che saranno pronti a rispondere.

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A cura di: Luigi Dell'Olio

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