Superbonus: 11mila imprese aperte e chiuse in 3 anni
Aziende edili improvvisate create per sfruttare i lavori del Superbonus 110%. Secondo InfoCamere e Sole 24 Ore, sono 11.000 quelle chiuse tra aprile 2022 e settembre 2024 dopo appena 24-36 mesi di attività. L’allarme dell’Ance. E come trovare un prestito conveniente per ristrutturare casa.

Imprese edili nate dal nulla e sparite nel nulla. Imprese improvvisate: aperte e chiuse nel giro di 24, o al massimo 36 mesi. Undicimila aziende avviate in Italia dal 2020 per sfruttare le carriole di milioni di euro portati dai lavori del Superbonus 110%. Lo rileva il Sole 24 Ore su dati di InfoCamere. Un fenomeno che allarma l’Ance (Associazione nazionale costruttori edili). Dice la presidente Federica Brancaccio al quotidiano economico: “Il numero non ci sorprende”. Poi spiega che tante imprese si sono iscritte alla Camera di commercio da un giorno all’altro per gestire cantieri da milioni di euro.
Imprese edili improvvisate nate nel 2020
La maxi agevolazione per la riqualificazione energetica degli edifici con la detrazione fiscale al 110% ha stravolto il settore delle costruzioni. Con il fenomeno delle imprese edili “apri e chiudi” che ha toccato la quota esatta di 10.924. Il numero è elaborato sulla base dei dati riportati nel Registro delle imprese delle Camere di commercio.
Il boom è scoppiato nel settembre 2020. Con tanti soggetti che hanno provato a intercettare la domanda del mercato. Fino al decreto numero 21 del 2022 non c’erano specifiche limitazioni o vincoli: gli interventi del Superbonus potevano realizzarli anche le imprese improvvisate. Poi è scattata la stretta: solo le aziende con la qualificazione Soa (il documento che dimostra i requisiti economico-organizzativi dell’impresa e una serie di parametri da rispettare) potevano eseguire i lavori di importo superiore ai 516 mila euro con beneficio dell’agevolazione.
Superbonus e giro di vite sulle “aziende fai-da-te”
Dall’estate del 2022 e durante tutto il 2023, due fattori hanno innescato un giro di vite nel settore:
- l’applicazione delle nuove regole con la difficoltà di ottenere la qualificazione Soa;
- la riduzione dell’incentivo dal 110% al 90% lo scorso anno e gli annunci di un nuovo taglio alla detrazione riducendola al 70% dal 2024 e la bocciatura di una proroga della detrazione massima per i condomini.
Due condizioni sufficienti per tante aziende create su due piedi per chiudere i battenti ed evaporare come una bolla di sapone. Così da aprile 2022 a settembre 2023, queste imprese edili improvvisate hanno chiesto la cancellazione dal Registro delle Camere di commercio. Una procedura che non prevede alcun obbligo di motivare la soppressione. In quest’arco temporale si è arrivati anche a punte di 3.080 imprese chiuse in un trimestre. Non è detto che tutte abbiano cessato l’attività a causa del depotenziamento del Superbonus, ma è la spiegazione più probabile.
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Al di là di questo fenomeno che ha contrassegnato il settore dell’edilizia negli ultimi tre anni e anche se il Superbonus è calato al 70% nel 2024, continuano gli investimenti per migliorare l’efficienza energetica della propria abitazione. Infatti, non perde giri il motore per un prestito per ristrutturazione della casa. Con il comparatore di Segugio.it è infatti possibile trovare le soluzioni più vantaggiose.
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