Superbonus e prestiti ristrutturazione: rendite catastali sotto la lente
Il Fisco passerà al setaccio le rendite catastali dei contribuenti che, anche grazie a un prestito ristrutturazione, hanno rimesso a nuovo casa con Superbonus o altri bonus edilizi. Pagheranno più tasse perché quegli immobili oggi valgono di più. Chi non ha aggiornato il catasto rischia una multa.

Migliorare l’efficienza energetica di una casa grazie agli sconti fiscali del Superbonus, o di altri bonus edilizi, accresce il valore dell’immobile. Di conseguenza, aumenta anche la sua rendita catastale che va aggiornata e da cui dipende l’importo delle imposte che si pagano sulla casa.
Questo obbligo di presentare una dichiarazione per la modifica della rendita catastale dopo interventi di riqualificazione di un edificio è già una misura in vigore. Anche se non è sempre rispettata e spesso è ignorata. Per questo motivo, dal prossimo anno, l’Agenzia delle Entrate intensificherà i controlli per scovare eventuali omissioni o errori. Lo ha reso noto Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, spiegando che questo giro di vite sarà messo a punto nella legge di Bilancio 2025, a cui sta lavorando il Governo.
Bonus ristrutturazione 2024: spiraglio per l’aliquota ancora al 50%
Nel frattempo, la prossima manovra Finanziaria lascia anche aperto uno spiraglio per l’eventuale mantenimento del 50% della detrazione fiscale per il Bonus ristrutturazione, in scadenza il 31 dicembre 2024. La proposta iniziale dell’esecutivo Meloni era di abbassare l’aliquota al 36% e la soglia di spesa detraibile da 96mila euro a 48mila euro dal 1° gennaio 2025.
Ma il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, non ha escluso che, per la prima casa, possa essere prorogata l’agevolazione al 50% anche nel 2025, così da favorire gli interventi di riqualificazione degli immobili con una bassa classe energetica. E per chi sia interessato all’avvio dei lavori un aiuto alla ristrutturazione di casa arriva dai prestiti personali che hanno tassi di interesse in discesa.
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Aumento delle rendite catastali, imposte sulla casa più care
Intanto, chi ha usato il Superbonus, o gli altri bonus edilizi, per migliorare la classe energetica della propria casa rischia di pagare più tasse il prossimo anno. Infatti, l’aumento delle rendite catastali è stimato in media tra il 16% e il 18%, ma con punte che, in alcuni casi, potrebbero arrivare anche fino al 30%. E non ci sono differenze se le agevolazioni siano state utilizzate per la prima casa, o per la seconda o terza casa. Così come l’obbligo è valido sia per chi ha usato la detrazione fiscale che la cessione del credito.
Le ripercussioni delle revisioni catastali verso l’alto si avranno anzitutto sulle seconde case, con incidenza sull’IMU. Ma peseranno anche sull’imposta di registro per le compravendite e quella sull’imposta di successione, oltre che gravare indirettamente sull’Irpef e Isee.
Agenzia delle Entrate: controlli al via nel 2025
Su mandato del Governo, gli ispettori dell’Agenzia delle Entrate, sulla base di liste selettive, verificheranno se, per gli immobili che hanno beneficiato delle detrazioni previste dal Superbonus, dall’Ecobonus e dal Bonus ristrutturazione, sia stata presentata al Comune la dichiarazione di variazione catastale. Operazione che, di norma, è fatta dal direttore dei lavori entro 30 giorni dalla conclusione del cantiere.
In quali casi occorre presentare la dichiarazione
C’è però da sottolineare che non tutti i lavori, sui quali si sono applicate le agevolazioni, hanno come diretta conseguenza un incremento della rendita catastale. Ma sono quelli per i quali c’è stato un aumento del numero dei vani, una crescita della volumetria, una modifica della pianta catastale, un cambiamento nella distribuzione degli spazi interni, un rialzo del valore dell’immobile di almeno il 15%. Qualora tale dichiarazione non sia stata presentata al Catasto, se scoperti dal Fisco, potrebbero scattare le sanzioni. Multe da un minimo di 1.032 euro a un massimo di 8.264 euro.
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