Bce lascia invariati i tassi: le previsioni sui prestiti per i prossimi mesi
Nell’ultima riunione della Bce del 18 luglio il Consiglio direttivo ha deciso di mantenere invariati i tre tassi di riferimento della Bce. Un approccio guidato dai dati, con decisioni che verranno prese a ogni riunione sulla base delle prospettive di inflazione a medio termine.
Solo qualche mese fa i tempi sembravano maturi per lasciarsi alle spalle gli aumenti dei tassi di interesse che negli ultimi due anni hanno letteralmente sconvolto le condizioni per ricorrere a un prestito.
Nell’ultima riunione di Francoforte del 18 luglio, il Consiglio direttivo ha deciso di mantenere invariati i tre tassi di riferimento della Bce (sui rifinanziamenti, sui depositi e sui prestiti marginali): nonostante i lievi aumenti dell’inflazione a maggio, il mese di giugno ha visto condizioni di stabilità generali e in alcuni casi anche di lieve riduzione.
Il Consiglio ha infatti manifestato l’intenzione di assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine ma per farlo dovrà mantenere i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché sarà necessario. Un approccio guidato dai dati, con decisioni che verranno prese a ogni riunione sulla base dei dati economici e finanziari e delle prospettive di inflazione a medio termine.
Cosa era stato deciso nella riunione di giugno
Lo scorso 6 giugno ha segnato un momento importante del mercato europeo, perché dopo 5 anni di politica stringente sul costo del denaro il tanto atteso taglio da parte della Banca centrale europea c’è stato: 0,25 punti percentuali in meno, che hanno fatto scendere il tasso sui rifinanziamenti dal 4,50% a 4,25%, il tasso sui depositi dal 4% al 3,75% e quello sui prestiti marginali dal 4,75% al 4,50%. Una scelta che è stata avallata dopo nove mesi di tassi di interesse invariati e di un ribasso del tasso di inflazione del 2,5%.
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Scenario aperto per la prossima riunione di settembre
Fermo restando il modo di operare dichiarato già a giugno da Eurotower che “continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono prese di volta in volta a ogni riunione per definire ogni volta il livello appropriato di politiche restrittive sui tassi”, l’obiettivo dell’inflazione al 2% non sembra sia raggiungibile nel breve termine.
La stessa Bce evidenzia infatti come siano ancora alte le pressioni interne sui prezzi, e così l’inflazione dei servizi, condizioni che lasciano supporre un allungamento dei tempi sull’inflazione complessiva che prolungheranno l’attesa per ancora buona parte del prossimo anno.
Stando poi alle dichiarazioni di Christine Lagarde sulla possibilità di arrivare al prossimo appuntamento del Consiglio direttivo con un nuovo taglio, la governatrice dichiara che “da qui a settembre riceveremo molte informazioni dai dati e da qui capiremo se restare nella situazione attuale o fare altro. Sarà un’estate piuttosto impegnativa”.
Cosa fare se c’è bisogno di un prestito
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