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Bonus mamme: verso un potenziamento nel 2026

Il contributo di 40 euro mensili per ogni mese lavorato e destinato alle donne, con almeno due figli, che percepiscono un reddito da lavoro fino a 40mila euro, sarà confermato per il 2026 e potrebbe anche essere potenziato. Ecco tutto quello che c'è da sapere e le alternative disponibili.

Pubblicato il 07/10/2025
madre che lavora al pc con figlio in braccio
Bonus mamme: verso un'estensione nel 2026

Buone notizie per le mamme lavoratrici con almeno 2 figli. Come annunciato nel Documento programmatico di finanza pubblica (DPFB), il contributo statale destinato alle lavoratrici mamme, chiamato anche “bonus mamme”, è stato confermato anche per il 2026 e potrebbe essere oggetto di un potenziamento/estensione nella più ampia cornice di sostegno all’occupazione femminile e alla crescita della natalità.

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Bonus mamme: chi può richiederlo?

Il contributo è destinato alle donne che percepiscono un reddito da lavoro fino a 40mila euro all’anno e viene erogato sotto forma di integrazione da 40 euro mensili per ogni mese lavorato, in un’unica soluzione alla fine di ciascun anno. Possono farne richiesta tutte le lavoratici con contratto a tempo determinato e indeterminato, autonome e libere professioniste (non sono incluse le lavoratrici domestiche) che abbiamo almeno due figli e fino al compimento del decimo anno di vita del figlio o figlia più piccolo.

Se i figli sono tre o più, la somma di 40 euro mensili resta la stessa, ma la soglia anagrafica dei figli cresce; in questo caso, l’integrazione mensile resta attiva fino al compimento della maggiore età (18 anni) del figlio più piccolo. Le lavoratrici con 3 o più figli a carico e con contratto a tempo indeterminato potranno continuare a beneficare, per tutto il 2026, dell’esonero dei contributi previdenziali fino a 3mila euro all’anno.

Bonus mamme: come farne domanda?

Per ottenere il bonus che, lo ricordiamo, non costituisce reddito ed è quindi escluso dall’imposizione sia fiscale che contributiva, occorre fare domanda attraverso il sito dell’INPS accedendo con le proprie credenziali SPID, CIE o CNS.

Le lavoratrici che non fossero idonee per richiedere il contributo possono tenere presente l'eventualità di chiedere un piccolo prestito personale per sostenere le spese relative ai propri figli. Attraverso il comparatore di Segugio.it è possibile confrontare i migliori prestiti personali fino a 5.000 euro attualmente disponibili presso banche e istituti di credito partner.

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Bonus mamme: i fondi a disposizione

Il contributo era stato introdotto con la Legge di bilancio 2025 e con uno stanziamento previsto di circa 300 milioni di euro; fondo che era poi stato potenziato lo scorso giugno quando erano stati annunciati ulteriori 180 milioni di euro per un complessivo di 480 milioni di euro. Non sono ancora stati diffusi i dettagli di un eventuale potenziamento ed estensione per il 2026, ma è presumibile pensare che il fondo possa superare il mezzo miliardo di euro.

Bonus mamme: gli altri contributi disponibili

Al momento esistono anche altri contributi statali a cui poter fare affidamento per sostenere le spese legate alla crescita dei propri figli. Uno di questi, ad esempio, è il “bonus nuovi nati” 2025: un contributo una tantum pari a 1.000 euro destinato a chi ha avuto un bambino o ne ha adottato uno. Va ricordato però che per ottenerlo occorre presentare domanda entro 60 giorni dalla nascita o dall’adozione. Altra condizione preliminare è avere un Isee minorenni inferiore ai 40.000 euro.

C’è poi anche l’Assegno unico universale, il contributo con valore variabile e destinato alle famiglie con figli a carico; può essere richiesto per ogni figlio dal settimo mese di gravidanza e fino al compimento del 21esimo anno di età (limite anagrafico che viene annullato nel caso di figli disabili). L’importo dell’assegno dipende da diversi fattori, tra cui la condizione economica del nucleo familiare, l’età e il numero dei figli.

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A cura di: Lorenzo Stracquadanio

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