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Credito: nel 2021 accelera la domanda delle famiglie

Mercato del credito in forte crescita nel 2021: la dinamica è stata positiva per il finanziamento dei consumi e per i mutui, mentre i prestiti personali hanno risentito ancora degli effetti della crisi legata alla pandemia. Nel complesso la domanda è aumentata del 5,4 per cento. Rate più basse.

Pubblicato il 07/04/2022
pila di monete e banconote in euro
Analisi del mercato del credito del 2021

Arrivano segnali positivi dal mercato del credito: nel 2021 il ricorso ai finanziamenti delle famiglie italiane è aumentato e la sostenibilità del loro debito è rimasta elevata. Infatti, come rivela la più recente ricerca di Mister Credit (CRIF), nonostante la tradizionale cautela degli italiani nel ricorrere al credito per finanziare i consumi o l’acquisto della casa, lo scorso anno la domanda è cresciuta ancora (+5,4% annuo) portando la platea dei cittadini maggiorenni che hanno un mutuo o un prestito in corso, al 44,5% del totale (42,2% nel 2020 e 34,6% nel 2016). Un trend iniziato ben sei anni fa e che si è consolidato negli ultimi due anni di pandemia, caratterizzati da condizioni di accesso al credito molto favorevoli anche per i finanziamenti di modesto importo.

La sostenibilità del debito resta elevata

Nel frattempo, nonostante questo sprint del credito, è comunque migliorata la sostenibilità finanziaria delle famiglie del nostro Paese, con il rischio di credito che nell’ultima rilevazione del 2021 ha visto il tasso di default ‘90 past due’ (esposizione scaduta e sconfinata da più di 90 giorni) registrare una riduzione all’1,2%, che corrisponde al livello più basso degli ultimi anni.

A questo risultato hanno contribuito, secondo l’analisi di CRIF, oltre alle moratorie e agli strumenti di sostegno attivati per contenere l’impatto della pandemia da Covid-19, anche l’atteggiamento responsabile delle famiglie e i tassi di interesse confermati dalla BCE ai minimi storici.

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Rate più basse

Questo quadro trova conferma nel fatto che, lo scorso anno, la rata media rimborsata a livello pro-capite ogni mese è scesa ulteriormente, fino a 315 euro (-2,8% annuo, -6,25% rispetto ai livelli pre-pandemia), mentre l’importo residuo che resta da rimborsare per estinguere i finanziamenti in corso si è attestato a 32.191 euro, anche questo in lieve flessione rispetto al 2020, malgrado il peso ancora rilevante dei mutui ipotecari che continuano ad avere un’incidenza significativa nel portafoglio delle famiglie italiane. Nel dettaglio, la maggioranza dei contratti di finanziamento attivi è rappresentato da prestiti finalizzati (50,8%), seguiti dai prestiti personali (28,4%) e dai mutui (20,8%).

Le incertezze sul futuro

Nell’ultimo anno, ha osservato Beatrice Rubini, direttore della linea Mister Credit di CRIF, i flussi di credito si sono riportati sui livelli non troppo distanti da quelli pre Covid. In particolare, la dinamica è stata positiva per il credito al consumo e per il comparto dei mutui, mentre i prestiti personali hanno risentito ancora degli effetti della crisi generata dalla pandemia.

Per quanto riguarda la sostenibilità del debito bisognerà valutare in futuro, ha aggiunto, gli impatti derivanti dall’evoluzione della pandemia, dall’incertezza causata dal conflitto in Ucraina nonché dalla crescita dei costi dell’energia e delle materie prime oltre che dei tassi di interesse, tutti fattori che indubbiamente rappresentano un motivo di preoccupazione per gli italiani.

A cura di: Fernando Mancini

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