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Ricchezza famiglie: nel 2020 è aumentata nonostante il Covid

La principale forma d’investimento degli italiani è la casa. La loro ricchezza netta nel 2020 è cresciuta dell’1 per cento annuo. Lo rende noto Banca d’Italia, secondo cui nell’anno in cui è esplosa la pandemia il risparmio delle famiglie è confluito soprattutto sui depositi.

Pubblicato il 09/02/2022
portafoglio chiuso con lucchetto

A causa della pandemia, nel 2020 la ricchezza netta delle famiglie è cresciuta. La crisi sanitaria, infatti, da un lato ha impedito di spendere e accentuato il tasso di risparmio e, dall’altro, ha diretto il capitale principalmente nel tradizionale porto sicuro in cui gli italiani si rifugiano nei momenti di difficoltà: il mattone.

Alla fine dell’anno segnato dall’esplosione del Covid-19, secondo le stime elaborate da Istat e Banca d’Italia, la ricchezza netta delle famiglie italiane è pari a 10.010 miliardi di euro, ovvero 8,7 volte il loro reddito disponibile, registrando un aumento dell’1% rispetto al 2019.

La casa, principale forma d’investimento

Le abitazioni, che secondo la ricerca congiunta hanno costituito la principale forma di investimento delle famiglie, rappresentano quasi la metà della ricchezza lorda, per un valore di 5.163 miliardi. Le attività finanziarie hanno raggiunto 4.800 miliardi, in crescita tendenziale, soprattutto per l’aumento di depositi e riserve assicurative. Il totale delle passività delle famiglie, 967 miliardi, è rimasto pressoché stabile rispetto al 2019. Nel confronto con alcune economie avanzate, la ricchezza netta delle famiglie italiane rimane elevata se rapportata al reddito lordo disponibile, ma è tra le più basse se rapportata alla popolazione.

La dinamica

Crisi o non crisi, nel 2020 la ricchezza netta delle famiglie ha continuato a crescere (dall’ultima contrazione subita nel 2018). Alla fine dell’anno, questa componente, misurata come somma delle attività reali (abitazioni, terreni, ecc.) e delle attività finanziarie (depositi, titoli, azioni, ecc.) al netto delle passività finanziarie (prestiti a breve termine, a medio e lungo termine, ecc.), è aumentate di circa 100 miliardi di euro. Nel dettaglio, le attività reali (6.177 miliardi di euro) rappresentano il 56% della ricchezza lorda (totale delle attività) e le attività finanziarie (4.800 miliardi) il restante 44%.

L’incremento di 137 miliardi (+2,9%) registrato dalle attività finanziarie ha ampiamente compensato la riduzione di 32 miliardi (-0,5%) delle attività reali e il leggero aumento delle passività finanziarie (3,4 miliardi, +0,3%). Il valore complessivo delle attività non finanziarie è in calo dal 2012, soprattutto a causa della riduzione di quello degli immobili, mentre le attività finanziarie sono cresciute prevalentemente per effetto delle riserve assicurative, delle quote di fondi comuni e dei depositi. Nota positiva è la pressoché stabilità – rispetto al 2019 – osservata dal totale delle passività finanziarie.

Il risparmio confluito soprattutto sui depositi

Durante il 2020 la ricchezza finanziaria è cresciuta soprattutto per effetto dell’aumento dei depositi, in cui è largamente confluito il maggior risparmio. A differenza di quanto registrato negli anni precedenti, il contributo dei guadagni in conto capitale alla crescita delle attività finanziarie è stato molto limitato (+0,3%). La diminuzione registrata dal valore dello stock di attività non finanziarie di proprietà del settore (-0,5%) riflette principalmente il calo segnato nel 2020 dal valore delle abitazioni (-0,3%) e degli immobili non residenziali (-2,1%), riconducibile alla discesa dei valori medi degli immobili.

A cura di: Fernando Mancini

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